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Diplomazia economica

Il Malawi, nel contesto africano, si è finora caratterizzato per una situazione di relativa stabilità (assenza di conflitti). Il Paese sta attraversando una difficile congiuntura economica e sociale, in quanto sono state disattese le forti aspettative di cambiamento e di svolta nel contesto delle ultime elezioni del 2020, in merito alla lotta alla corruzione, al nepotismo e alla cattiva gestione di fondi pubblici. La crescita demografica e l’insufficiente produttività agricola provocano, d’altra parte, deforestazione ed erosione dei suoli, rendendo il Paese vulnerabile ad alluvioni e crisi alimentari. Viceversa, la riduzione delle risorse idriche provocata dal riscaldamento climatico penalizza l’irrigazione, elemento necessario per rafforzare la produzione di alimenti.

La ridotta produttività dell’agricoltura (frammentazione proprietà fondiaria, tecniche agricole arretrate) va di pari passo con infrastrutture insufficienti: un terzo della popolazione dipende dall’aiuto alimentare ed il Paese è ostaggio delle intemperanze climatiche. La principale coltura è rappresentata dal mais, mentre il tabacco è la principale voce di esportazione. Il settore minerario è ancora poco sviluppato (esistono giacimenti di bauxite, amianto, uranio, grafite ed uranio e qualche giacimento di pietre preziose, tutti ancora scarsamente sfruttati) così come quello manifatturiero. Pur in un clima generale di libertà economica, il Governo mantiene un controllo parziale dell’economia attraverso organizzazioni paragovernative e quote azionarie in grosse società. È stato avviato un programma di privatizzazioni multi-settoriale gestito da una apposita commissione.

Gli elevati costi di trasporto e le difficoltà logistiche di distribuzione pongono le imprese italiane in una posizione di relativo svantaggio competitivo rispetto ad altri partner commerciali della regione. Inoltre, l’insufficiente generazione di elettricità che causa periodici black out nonché l’ancora scarso livello delle infrastrutture e delle reti di comunicazione costituiscono un fattore negativo, anche considerando l’assenza di sbocchi al mare del Paese.

Finora gli investimenti italiani sono stati marginali, limitati ad iniziative di singoli imprenditori insediatisi nel Paese con attività nel settore turistico, agricolo, del commercio, dei servizi e delle costruzioni. Il settore dello zucchero e dei biocombustibili offrono prospettive interessanti e che meriterebbero di essere attentamente valutati. Sebbene ridotta, la presenza imprenditoriale italiana e tradizionalmente apprezzata per la sua flessibilità e capacità di adattarsi ai bisogni locali. Le nostre imprese sono viste come valide alternative rispetto al rapporto con altri partner.

Opportunità di mercato potrebbero, tuttavia, esistere per le imprese produttrici di attrezzature per l’agricoltura, per la prima trasformazione alimentare, generatori elettrici e pompe idrauliche, attrezzature per telecomunicazioni, autoveicoli.

 

FARE AFFARI IN MALAWI

Il Malawi Investment and Trade Center si occupa di promozione dell’export malawiano, attrazione di investimenti diretti esteri e miglioramento del clima imprenditoriale in Malawi.

Le autorità malawiane si dichiarano favorevoli agli investimenti esteri, che godono di un clima di relativa libertà. Il governo pubblicamente incoraggia gli investimenti stranieri nella maggior parte dei settori dell’economia, senza restrizioni di proprietà, dimensione, fonte delle risorse finanziarie e destinazione dei prodotti finali.

Esistono zone economiche speciali con incentivi all’esportazione. I dazi all’importazione variano a seconda dei prodotti e dei paesi di origine. Il recente rilassamento delle disposizioni sul rilascio dei visti (gratuità direttamente al momento dell’ingresso nel paese per cittadini provenienti da alcuni paesi UE (tra cui l’Italia) e USA, è inteso ad attirare sia turisti che imprenditori, ma non è suscettibile di avere un impatto significativo. L’Accordo bilaterale di Promozione e Protezione degli Investimenti tra l’Italia e Malawi è entrato in vigore il 21/03/2012.

Da segnalare l’approvazione, nel marzo 2022, della “Lands Act” che vede limitata la possibilità per gli stranieri di possedere terre, se non con un partner malawiano: decisione certamente non positiva per gli investitori stranieri. Inoltre, di fatto le carenze infrastrutturali e la burocrazia rappresentano ancora forti ostacoli per il commercio internazionale e per gli investimenti stranieri.