STRUTTURA ISTITUZIONALE E POPOLAZIONE:
Dati di Base:
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Nome: Repubblica del Malawi,
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Forma di Governo: Repubblica presidenziale;
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Capitale: Lilongwe;
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Superficie: 118.484 kmq;
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Popolazione: 19,130,000 (2020)
- Aspettativa di vita alla nascita: Maschi 60.29, Femmine 66.57 (2020)
- Tasso di fertilità: 4.25 figli per donna (2020)
- Mortalità infantile: 41 bambini su 1000 nati (2020)
- Indice di dipendenza: 83.9 (2020)
- Età mediana: 18.1 (2020)
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Gruppi etnici: Chewa, Nyanja, Tumbuka, Yao, Lomwe, Sena, Tonga, Ngoni, Ngonde, Asiatici, Europei;
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Religione: Cristiani 82,7%, Musulmani 13%, altro 1,9%, nessuna 2,5% (censimento 2008);
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Lingue: Chichewa 57,2% (ufficiale), Chinyanja 12,8%, Chiyao 10,1%, Chitumbuka 9,.5%, Chisena 2,7%, Chilomwe 2,4%, Chitonga 1,7%, altri 3,6% (censimento 1998);
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Tasso di alfabetizzazione: Maschi 83%, Femmine 72%
Dati politico-istituzionali:
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Divisione amministrativa: 27 distretti: Balaka, Blantyre, Chikwawa, Chiradzulu, Chitipa, Dedza, Dowa, Karonga, Kasungu, Likoma, Lilongwe, Machinga (Kasupe), Mangochi, Mchinji, Mulanje, Mwanza, Mzimba, Ntcheu, Nkhata Bay, Nkhotakota, Nsanje, Ntchisi, Phalombe, Rumphi, Salima, Thyolo, Zomba;
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Festa Nazionale: Giorno dell’Indipendenza, 6 luglio (1964);
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Costituzione: Maggio 1994
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Organo legislativo: Parlamento bicamerale (Assemblea Nazionale) con 193 seggi. Membri eletti a suffragio universale per 5 anni.
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Risultati delle ultime elezioni: Chakwera 58,57% (pari a 2.604.043 voti - soglia del 50%+1), Mutharika 38% (pari a 1.751.877 di voti), Kuwani 2%. Totale votanti 4.445.699 su 6.859.570 aventi diritto.
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Principali partiti politici: Democratic Progressive Party (DPP), People's Party (PP), Malawi Congress Party (MCP), United Democratic Front (UDF), National Salvation Front (NASAF), Progressive Party Movement (PPM)
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Organo esecutivo: Il Governo è nominato dal Presidente, che viene eletto ogni 5 anni;
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Capo dello Stato e del Governo attuale (dal 28/06/2020): Dr. Lazarous Chakwera, MCP (Malawi Congress Party)
Politica
Il sistema multipartitico ha storicamente ben funzionato in Malawi. La Costituzione del 1995 prevede, per l’esecutivo, un Presidente, capo di stato e di governo, eletto dal popolo; due vicepresidenti (di cui uno appartenente a un partito diverso) nominati dal Presidente. L’Assemblea Nazionale conta 193 seggi, tutti eletti direttamente con carica quinquennale. La Costituzione prevede anche un altro ramo, il Senato, composto da 81 membri rappresentativi delle diverse aree territoriali e i diversi gruppi sociali, ma al momento questa istituzione non è ancora stata creata. L’esito delle urne è spesso incerto e la costituzione di governi di unità nazionale o di coalizioni più o meno ampie è pratica diffusa. L’arena politica è pacifica. L’unico caso di sommossa popolare, sedata con l’uso della forza dall’esercito, si è verificato nel luglio del 2011, quando i donatori internazionali hanno sospeso gli aiuti destinati al Paese dato il restringimento delle libertà politiche e civili operate dal presidente Bingu wa Mutharika.
Le elezioni si sono svolte senza grandi contestazioni, ad eccezione del 2019 quando il presidente uscente Peter Mutharika (DPP), fratello del defunto Bingu wa Mutharika, si è imposto sull’oppositore Chakwera (MCP) per qualche migliaio di voti. L’appuntamento elettorale del 2019 era già attenzionato dagli osservatori internazionali per diverse ragioni. In primo luogo, gli scandali di corruzione durante il governo di Mutharika hanno sollevato dubbi sulla reale volontà del Presidente di combattere il malgoverno nel Paese. In secondo luogo, nel 2016 è stata approvata la riforma sui titoli di possesso della terra, una riforma in discussione da oltre venti anni.
Nel febbraio 2020 la Corte Costituzionale ha accertato l’esistenza di schede manipolate e di brogli a favore del presidente uscente Mutharika, ordinando nuove elezioni. Tale decisione è sorprendente nel contesto dell’Africa Sub-Sahariana e rivela come l’attenzione ai diritti umani sia alta in Malawi (votata come “Paese dell’anno” dall’Economist e alla Corte Costituzionale malawiana è stato assegnato il premio “Chatman House prize”). A queste elezioni, mediante un nuovo sistema a doppio turno, è stato eletto Chakwera (MCP) con il 60% delle preferenze. Chakwera, alla guida di una coalizione formata da nove partiti, ha già avviato un processo di riforme volto alla diminuzione dei poteri della presidenza, consentendo alle istituzioni di operare in modo indipendente. Tra i temi principali del suo governo vi sono: l’aumento del salario minimo nazionale, la creazione di posti di lavoro, il sussidio per i fertilizzanti universali, la liberazione del Paese dal tribalismo.
Economia:
Con un reddito pro capite di circa 410 dollari americani all’anno e una popolazione di oltre 19 milioni di persone, il Malawi si colloca agli ultimi posti nell’Indice di Sviluppo Umano (174 su 189 Paesi – 2019). A differenza dei Paesi limitrofi, il Malawi ha un sottosuolo povero di minerali.
I tassi di crescita degli anni 2000 si sono radicalmente ridotti, attestandosi negli ultimi anni su una media del 4% annuo. Le esportazioni sono aumentate negli ultimi anni (+3%) attestandosi nel 2019 a 753 milioni di euro. A guidare le esportazioni sono: il tabacco (45%), lo zucchero (9%), caffè e tè (9%). Le importazioni hanno conosciuto un incremento più significativo (+15%), pesando sulla bilancia commerciale per 2425 milioni di euro. I principali partner commerciali sono: Cina, Sudafrica, Emirati Arabi Uniti, India. Nel Paese entrano principalmente, secondo la classificazione UnComTrade: reattori nucleari e caldaie (10%), prodotti tipografici (10%), macchinari e apparecchi elettrici (8%). A causa della pandemia, è ragionevole aspettarsi squilibri più ampi nella bilancia commerciale del Paese.
Il Malawi ha intrapreso diversi piani di sviluppo nazionale a partire dal 2002, tutti fondati sui principi stabiliti nel documento programmatico “Vision 2020” volto a fornire un framework di policy per garantire uno sviluppo sostenibile e duraturo, in un ambiente democraticamente stabile e resiliente. Il “Poverty Reduction Strategy Paper” (PRSP) è stato lanciato nel 2002 con l’ambizione di coinvolgere le classi più povere nella partecipazione allo sviluppo economico del Paese. Esso è basato su quattro “cardini” che riassumono le varie attività in un quadro coerente tendente al raggiungimento della riduzione della povertà, riassumibili in: strategie per (1) una rapida e duratura crescita economica e per una trasformazione strutturale a vantaggio delle classi più povere, (2) uno sviluppo (valorizzazione) del capitale umano, (3) un miglioramento della qualità di vita per i più vulnerabili e (4) il raggiungimento del “buon governo”.
Il primo Malawi Growth and Development Strategy (MGDS1) per il periodo 2006-2011 ha concentrato gli sforzi su sei aree prioritarie: agricoltura e sicurezza alimentare; irrigazione e sviluppo del sistema idrico; trasporti; produzione elettrica; sviluppo rurale integrato; gestione dei disturbi alimentari e dell’HIV/AIDS. È durante l’implementazione di MGDS1 che il Paese ha conosciuto tassi di crescita rilevanti.
Per il periodo 2011-2017, il MGSD2 ha spostato la sua attenzione su: crescita economica sostenibile, sviluppo sociale, gestione dei rischi e supporto sociale; sviluppo infrastrutturale; governance. Più articolate sono state le aree di intervento: agricoltura e sicurezza alimentare; infrastrutture dei trasporti; sviluppo industriale; settori estrattivo e turistico; istruzione; sanità pubblica; sviluppo rurale integrato; irrigazione e sviluppo del sistema idrico; empowerment dei giovani; cambiamenti climatici e gestione ambientale. L’implementazione di MGSD2 ha incontrato innumerevoli difficoltà a causa del rallentamento economico. Si è reso necessario il ricorso a un Recovery Plan per sopperire alla scarsità di combustibili e di moneta estera tramite riforme monetarie. Sebbene il Recovery Plan abbia risposto in maniera positiva alle sfide economiche di quegli anni, gli obiettivi prefissati nel MGSD2 non sono stati raggiunti.
Attualmente è in corso il MGSD3, iniziato nel 2017 e che si concluderà nel 2022. L’obiettivo del piano non è cambiato. Si punta infatti a costruire un Paese produttivo, competitivo e resiliente grazie a una agricoltura sostenibile, alla crescita economica, all’energia, allo sviluppo infrastrutturale e industriale, guardando contemporaneamente alle sfide ambientali e demografiche. La strategia è ambiziosa e mira ad intervenire su: agricoltura; istruzione e sviluppo di competenze; energia, industria e turismo; trasporti e infrastruttura tecnologica; sanità e popolazione.
Il MGDS3 ha una strategia chiara e ambiziosa. Rimangono delle perplessità sul raggiungimento degli obiettivi soprattutto in considerazione delle precedenti esperienze. I piani di sviluppo nazionale non hanno mai raggiunto gli obiettivi di crescita, e già per i primi tre anni del MGDS3 l’aumento del PIL è stato inferiore alle attese. Considerando l’impatto della pandemia sui mercati internazionali, è verosimile immaginare che anche per i prossimi anni non si riuscirà a raggiungere l’obiettivo del +7% del PIL. Questo dato, unito al mancato contenimento dell’inflazione, pone seri quesiti riguardo la fattibilità economica del MGDS3 ed espone al rischio di una maggiore dipendenza dall’aiuto internazionale.
Cooperazione allo sviluppo:
L’impegno dell’Italia a sostegno del Malawi avviene principalmente nell’ambito delle politiche di cooperazione dell’Unione Europea. Le allocazioni finanziarie a valere sull’XI FES per il periodo 2014-2020 a favore del Malawi ammontano a circa 560 milioni di euro. La chiave di contribuzione italiana è del 12,53% e, di conseguenza, l’impegno finanziario italiano è molto consistente, pari a 70,168 milioni di euro nel periodo di riferimento.
La Comunità di Sant’Egidio svolge un’attività in prima linea nella lotta all’AIDS nel paese attraverso il programma “DREAM” (acronimo di Drug Resource Enhancement against Aids and Malnutrition) che si basa su di una strategia preventiva e curativa attraverso l’uso di medicinali antiretrovirali oltre alla cura e assistenza domiciliare dei malati di AIDS. Dal 2005 DREAM si articola in:
- programmi per la prevenzione della trasmissione hiv materno infantile;
- distribuzione di supporti alimentari per le fasce deboli della popolazione;
- organizzazione di corsi di formazione professionale e informazione sanitaria;
- gestione di laboratori per la diagnostica avanzata e la ricerca scientifica sulle caratteristiche dell'AIDS in Africa.
La seconda fase del programma, denominata “DREAM 2.0”, è rivolta in maniera specifica a malattie quali la tubercolosi, il cancro e il diabete la cui diffusione è favorita dal crollo delle difese immunitarie
Nel 2017 e’ stato lanciato il Bando Resilienza /LRRD destinato alle OCS che ha permesso il finanziamento di due progetti proposti da altrettante OCS eleggibili (Save the Children e COOPI). I progetti sono seguiti e monitorati da questa sede AICS. Anche il Malawi e’ uno dei paesi target dell’iniziativa regionale lanciata nel 2018 e volta a limitare gli effetti dei cambiamenti climatici per le comunita’ vulnerabili.
Nel paese l’iniziativa e’ implementata dalle OCS Save the Children, CISP e Sant’ Egidio. In piu’ e’ in corso di realizzazione un’iniziativa finanziata da AICS e realizzata dalla OSC ACAP- Sant’Egidio per il potenziamento delle cure HIV di alcuni centri sanitari, che prevede anche l’integrazione di servizi per la presa in cura di malattie cardio-vascolari, diabete e cancro alla cervice uterina.
In seguito al passaggio del ciclone IDAI, la cooperazione italiana ha predisposto un contributo di emergenza a favore del WFP del valore di 250,000 Euro a sostegno delle famiglie maggiormente colpite dalle esondazioni in Malawi. (dal rapporto AICS relazione annuale)
In passato, il MAE ha finanziato in Malawi i seguenti progetti di cooperazione:
•Programma integrato di Sana Maternità e di promozione della salute riproduttiva, volto a rafforzare la rete sanitaria a tutela della salute materno/infantile e riproduttiva della Regione Centrale del Malawi (concluso nel 2011).
•Durante il 2010, CESTAS ha predisposto una serie di nuovi corsi formativi da inserire all’interno dei Curriculum infermieristico-ostetrico-medico per rispondere alle esigenze del nuovo reparto materno-infantile aperto al Bwaila nell’Ottobre del 2009.
•Sviluppo delle imprenditorialità e delle opportunità formative e informative per la popolazione marginale, con particolare attenzione per le donne, per ridurre la povertà e migliorare la condizione femminile a Lilongwe, sviluppando l’imprenditorialità, attraverso attività formative ed informative rivolte alla popolazione marginale ed in particolare alle donne (concluso nel 2011).
•”Chipalamba Toto!” Coalizione delle Ong contro la desertificazione nella regione Sud del Malawi, che si propone di combattere il fenomeno della desertificazione nella zona Sud del Malawi, in cinque aree del distretto di Blantyre. In molte aree del paese il Ministero dell’Agricoltura ha stimato una perdita di suolo che oscilla dalle 50 alle 100 tonnellate/ettaro per anno.
•Chifundo- Prevenzione della trasmissione dell’HIV e assistenza a domicilio dei malati di AIDS nei distretti di Balaka, Machinga e Mangochi, realizzato in cooperazione con la Diocesi di Mangochi ed il Ministero della Sanità del Malawi, si propone di sensibilizzare la popolazione di 32 comunità rurali sulla prevenzione e sulla gestione dell’HIV/AIDS.
•Prevenzione e cura nella trasmissione materno infantile dell’HIV in Africa Australe (Mozambico, Malawi, Tanzania). Potenziamento e ampliamento dell’attività nei centri di salute, che si inserisce nel programma DREAM (Drug Resource Enhancement Against AIDS and Malnutrition), ha avuto una durata di tre anni dal 2007.
L’Italia ha lanciato anche in Malawi nel 2011 la campagna di vaccinazione antipneumococcica nel quadro dell’iniziativa AMC (Advance Market Committment) cui il nostro Paese ha contribuito per 635 milioni di dollari su base mondiale.
La Cooperazione Italiana ha disposto due contributi di emergenza del valore complessivo di 500.000 euro - ripartiti equamente fra Malawi e Zimbabwe - a favore del PAM (Programma Alimentare Mondiale), in risposta all’emergenza umanitaria causata dal passaggio del ciclone Idai, a valere sul Fondo Bilaterale di Emergenza (FBE) italiano istituito presso l'Organismo stesso.
Cooperazione economica:
Il bilancio del Malawi dipende per circa il 35% dai donatori internazionali.
I tassi di crescita degli anni 2000 si sono radicalmente ridotti, attestandosi negli ultimi anni su una media del 4% annuo. Le esportazioni sono aumentate negli ultimi anni (+3%) attestandosi nel 2019 a 753 milioni di euro. Le importazioni hanno conosciuto un incremento più significativo (+15%), pesando sulla bilancia commerciale per 2425 milioni di euro.
L’Unione Europea è un partner commerciale del Malawi, tuttavia il peso del Paese nel commercio della UE è comunque di appena lo 0.01% del totale. Il modello di scambio con l’Unione è in linea con quello abituale tra UE e Paesi ACP. I maggiori importatori dal Malawi sono il Belgio (17% del totale del Malawi), Paesi Bassi (4%), Germania (3%). I maggiori esportatori sono Norvegia (3%), Paesi Bassi (1%), Germania (1%).
Le principali voci delle esportazioni italiane verso il Paese sono rappresentate dall’industria della carta, dai veicoli, dai reattori nucleari e dalle caldaie, incluse le parti di ricambio.
Un segnale positivo e’ rappresentato dalla recente ratifica (febbraio 2012), da parte del Malawi della Convenzione bilaterale per la Protezione e la Promozione degli Investimenti. L’Accordo bilaterale per la Promozione e Protezione degli Investimenti, firmato nell’agosto del 2003 e ratificato dal Malawi nel febbraio 2012, rappresenta uno strumento utile ad istituire un clima favorevole per una crescita della presenza imprenditoriale italiana nel Paese. Turismo, agricoltura, industria e infrastrutture sono i settori che hanno maggiori possibilità di investimenti italiani. Il settore turistico ha considerevoli margini di crescita. La presenza turistica italiana in Malawi può essere incentivata facendo leva, oltre che sulle bellezze naturali dei diversi parchi, anche su quegli elementi che lo diversificano rispetto ai Paesi confinanti e segnatamente su di una maggiore ricchezza del patrimonio storico e culturale.
Anche il settore agricolo potrebbe giovarsi dalla presenza di imprese italiane produttrici di impianti di irrigazione, in considerazione della necessità che il Paese presenta di diversificare maggiormente le colture e di ovviare al carattere stagionale delle medesime. Degna di interesse appare l’opportunità di investimenti di imprese che possano operare nel campo della trasformazione dei prodotti agricoli, in particolare del tabacco.
L’industria comincia ad intravedere segnali di sviluppo, nonostante continui ad essere legata alla trasformazione dei prodotti agricoli (es. zuccherifici, oleifici, manifatture di tabacco). Sono altresì presenti cementifici, segherie e piccole aziende per la produzione di articoli di abbigliamento destinati al mercato interno. Lo sviluppo di un settore industriale sostenibile è limitato dalle carenze nella rete dei trasporti. La rete viaria è scarsamente diffusa nelle aree rurali, mentre il trasporto su rotaia risente dell’inadeguatezza e obsolescenza dell’infrastruttura. Il Paese soffre di un forte squilibrio nella bilancia commerciale a causa dell’assenza del settore trasformativo e di carenze nella produzione secondaria. Il Malawi esporta materie prime e importa prodotti lavorati. La strategia di politica economica messa in atto dal governo punta alla formazione e al consolidamento dell’industria manifatturiera e trasformativa, riducendo di conseguenza il contributo del commercio al prodotto interno. Macchinari per la trasformazione agricola e industriale sono una necessità per il Paese, così come l’importazione di competenze e conoscenze sul loro impiego.